lunedì 11 marzo 2013

Troppo intelligenti per fare politica?


Capita a tutti di chiedersi chi possa essere attratto dalla carriera e dall'attività politica, in generale e specialmente in Italia. E' un lavoro molto particolare, esposto all'alea perpetua di perdere il posto, all'obbligo tassativo di distribuire favori (quasi tutti i sostenitori, prima o poi, presentano il conto), di non ignorare le opinioni e le pressioni di mille persone e entità. Dopo, solo dopo, vengono i problemi reali degli elettori, dei cittadini, insomma della gente. 
I testi di analisi politica (a partire dai classici, come La politica come professione di Max Weber [Politik als Beruf 1919] o I partiti politici di Roberto Michels [1912]) propongono qualche risposta, diretta e indiretta. Il povero Max - che non era certamente un ingenuo - sosteneva che le doti principali dell'uomo politico (e della donna politica) sono passione, senso di responsabilità e lungimiranza. Si suppone che chi tende all'attività politica dovrebbe avere una certa dose di almeno una di queste propensioni. Michels, nello stesso giro di anni, osservava che le organizzazioni politiche non hanno come interesse primario il bene del cittadino, ma la propria autoperpetuazione, e che l'attività politica consiste largamente nello sforzo per ottenerla. 

Quale risposta vi pare più adatta ai tempi? Le elezioni europee che si avvicinano offrono buoni argomenti per orientarsi, perlomeno per quanto attiene all'Italia. Non sembra che nella scelta dei candidati le segreterie dei partiti si siano preoccupati  molto delle doti indicate dal grande Max Weber. Non voglio commentare le scelte fatte o approvate dal Cavalier Berlusconi, che sta creando un caso politico e non è escluso che generi una valanga. Guardiamo invece a quel che ha fatto il centro-sinistra, dove parecchi di  noi (e -- ne sono certo -- tutti i lettori di questo blog) sperano che si nasconda il germe della rinascita. Scorrendo le liste dei prescelti (senza che gli elettori e gli iscritti ne sapessero niente) si rimane desolati.